IRCCS Ospedale San Raffaele
L’IRCCS Ospedale San Raffaele è uno degli istituti di ricerca biomedica leader in Italia e nel mondo. Solo nel 2021 i ricercatori che lavorano nell’istituto hanno pubblicato 2306 articoli, con un Impact Factor medio di 6,8 e un Impact Factor totale di 15,6.
L’Ospedale San Raffaele è all’avanguardia nell’innovazione biomedica grazie non solo alla sua attività di ricerca di base, ma anche allo sviluppo e alla sperimentazione di nuove terapie. Il suo impegno per il miglioramento della pratica clinica è dimostrato da oltre 880 studi clinici in corso e da oltre 452 nuove proposte di studio presentate al comitato di revisione istituzionale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele nel solo 2020. Il Processo
In linea con i principali ospedali universitari in Europa e nel mondo, l’Ospedale San Raffaele si impegna a sviluppare i propri progetti innovativi anche attraverso la creazione di società dedicate, dove investitori, team di gestione e ricercatori affrontano congiuntamente il processo traslazionale con forza scientifica e manageriale combinata.
L’Ospedale promuove la creazione di nuove imprese nel settore sanitario e gestisce e supporta, anche attraverso servizi di incubazione, l’attuale portafoglio delle start up del San Raffaele
Nel complesso, le start up di OSR hanno raccolto oltre 80 milioni di euro da investitori privati, finanziamenti pubblici e capitali di rischio a partire dal 2021. In particolare, tra i casi di successo: Genenta Science è stata la prima biotech italiana a quotarsi al NASDAQ, ed Epsilen Bio che, tramite la fusione con Chroma Therapeutics, costituisce la più grande azienda di editing epigenetico al mondo.
Università degli Studi di Milano
L’Università degli Studi di Milano è tra i primi atenei italiani per investimenti in infrastrutture di ricerca e capitale umano: due elementi imprescindibili per affrontare le complesse sfide della conoscenza in un contesto sociale e produttivo in costante e velocissimo mutamento.
Con 32 Dipartimenti, 62 Centri di Ricerca Coordinata, +13.000 studenti immatricolati nell’anno 2021-22 per corsi di laurea ed oltre 900 ricercatori, la Statale di Milano si configura come un riferimento nazionale per la ricerca in diversi ambiti di applicazione, tra i quali eccellono le biotecnologie e le scienze della vita.
La Terza Missione affianca le due principali funzioni dell’università, ricerca scientifica e formazione, con il preciso mandato di diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e all’indirizzo culturale del territorio.
Dal 1992 ad oggi la Statale ha depositato circa 300 brevetti, di cui circa il 40% afferenti alle scienze della salute. Una specializzazione scientifica che parte dal primo brevetto depositato dall’Ateneo, nel 1992, proprio in ambito chimico-farmaceutico. Da allora, l’Università ha continuato ad eccellere in questo settore sino ad arrivare ad oggi dove conta 4 spinoff attivi in portafoglio, di cui uno in particolare, CheckMab ha raccolto oltre €10M in un round Series A.
Human Technopole
Human Technopole è il nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita.
Dopo aver rappresentato e celebrato le eccellenze italiane per milioni di visitatori durante EXPO Milano 2015, il governo italiano ha voluto raccogliere l’eredità dell’esposizione universale creando un centro di ricerca aperto per stimolare la collaborazione e portare valore aggiunto all’ecosistema della ricerca scientifica italiana ed europea.
Palazzo Italia, padiglione italiano di Expo Milano successivamente ristrutturato, è oggi la sede istituzionale di Human Technopole.
Attraverso un approccio interdisciplinare, basato sulla creazione e la condivisione di conoscenze, Human Technopole promuove l’innovazione nel settore sanitario e mira a migliorare il benessere e la salute delle persone, attraverso la specializzazione di ricerca in genomica, neurogenomica, biologia strutturale e computazionale. A regime l’istituto impiegherà 1.500 persone, di cui oltre 1.000 scienziati che avranno a disposizione oltre 35.000 metri quadri di laboratori per lavorare insieme su attività di ricerca di rilevanza biomedica.
Human Technopole contribuisce a stimolare e incrementare gli investimenti pubblici e privati nella ricerca e a valorizzare e diffondere la cultura scientifica, rafforzando il messaggio che la scienza è patrimonio di tutti
Università degli Studi di Firenze
L’Università degli Studi di Firenze è un ateneo con radici antiche. La denominazione di Università viene assunta nel 1924, ma le origini risalgono allo Studium Generale che la repubblica fiorentina volle far nascere nel 1321.
Oggi è una delle più grandi organizzazioni per la ricerca e la formazione superiore in Italia, con 1.800 docenti e ricercatori strutturati, circa 1.600 tecnici e amministrativi, e oltre 1.600 dottorandi e assegnisti.
trasferimento dei risultati della ricerca e la valorizzazione delle sue interazioni con la società generando impatto a livello sociale, culturale ed economico.
L’Ateneo promuove la nascita e la prima fase di sviluppo di start-up e spin-off basati su idee imprenditoriali con un forte collegamento con la ricerca universitaria. Sono oltre 70 le società spin off riconosciute negli ultimi anni dall’Università di Firenze con un fatturato cumulato relativo agli ultimi bilanci di 11,8 milioni di euro e 122 addetti ETP.
Unifi lavora anche per diffondere la cultura della proprietà intellettuale e industriale dei risultati della ricerca svolta al suo interno, con l’obiettivo di tutelarla e valorizzarla. Sono oltre 250 i diritti di proprietà industriale protetti dall’Ateneo, tra brevetti, nuove varietà vegetali e marchi.
La collaborazione con le imprese e il territorio per valorizzare l’innovazione conta oltre 85 laboratori di ricerca congiunti attivi con realtà industriali e di servizi ed entrate di circa 12 milioni di euro annui derivanti da attività di ricerca commissionata da soggetti pubblici e privati per il trasferimento di conoscenze sul territorio.
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Le origini dell’Università di Modena e Reggio Emilia risalgono al 1175 circa, quando Pillio da Medicina, dottore in leggi attivo a Bologna, venne invitato a Modena dall’élite dirigente del Comune per aprire una scuola di formazione giuridica incentrata sul diritto romano. Si tratta dunque di una delle più antiche Università europee, dopo quella di Bologna e di Parigi.
ll panorama della attività di ricerca è costituito da un numero rilevante di gruppi ed attività di ricerca, che coprono un ampio spettro di discipline scientifiche spaziando dalle scienze sociali ed umane alla medicina e alle Scienze della vita, all’Ingegneria e alle Scienze di base. L’Ateneo intende preservare e sostenere questo “patrimonio” di competenze.
Le pubblicazioni scientifiche dei ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sono state oltre 7000 negli ultimi quattro anni. Di queste circa 4000 sono state le pubblicazioni su riviste scientifiche a livello mondiale e 3000 in collaborazione con ricercatori di università e centri di ricerca stranieri.
Con 16 brevetti depositati e 3 spinoff costituiti in ambito biotecnologico dal 2017 ad oggi, Unimore si configura come un centro di eccellenza italiano di ricerca ed innovazione.
Università degli Studi di Roma – La Sapienza
Fondata nel 1303, la Sapienza è un’università pubblica statale, plurale e generalista, il più grande ateneo d’Europa, orientata alla dimensione internazionale, alla formazione e alla ricerca di eccellenza, con un patrimonio scientifico e culturale in tutti i campi del sapere.
Accoglie più di 120.000 studenti in oltre 290 corsi di laurea e laurea magistrale, di cui circa 60 in lingua inglese, 200 master, oltre 80 dottorati di ricerca e 80 scuole di specializzazione
Sapienza promuove e persegue l’eccellenza in ogni aspetto della ricerca, puntando all’innovazione e al sostegno dell’imprenditorialità, anche cogliendo le opportunità che il contesto nazionale e internazionale offre, soprattutto in questa particolare fase storica la pandemia ha mostrato il ruolo centrale della ricerca per la società e il territorio.
A tal fine è fondamentale dare adeguato supporto all’intera filiera della ricerca, sostenendo quella di base e applicata, incentivando l’interdisciplinarità e l’intersettorialità, promuovendo il trasferimento dei risultati verso il tessuto produttivo e la società, nonché favorendo la valutazione della qualità della ricerca
Università degli Studi di Padova
800 anni di storia. È il 1222 quando a Padova viene fondato lo Studium Patavinum un luogo di studio pronto ad accogliere ‘scolari e dottori’, provenienti anche da vari paesi europei, alla ricerca di libertà di cultura e di espressione. Quella libertà espressa dal motto che ancora oggi identifica l’Ateneo e ne esprime l’essenza: Universa universis patavina libertas.
Con oltre 70.000 studentesse e studenti, 2.200 docenti, oltre 2.400 tecnici amministrativi, più di 13.000 laureate e laureati ogni anno, 5.000 borse di studio erogate, 32 dipartimenti, oltre 2 milioni di libri disponibili in 29 biblioteche, e un’offerta didattica d’eccellenza e in continua trasformazione, l’Università di Padova si posiziona da tempo ai livelli più alti nei ranking delle principali classifiche nazionali e internazionali per qualità della didattica, della ricerca e dei servizi.
L’Ateneo è fortemente impegnato a sviluppare progetti di partnership ed engagement tecnologico orientati a costruire una società della conoscenza e dell’innovazione. In tale contesto si inseriscono obiettivi e azioni mirate alla commercializzazione dei prodotti della ricerca, anche attraverso modalità innovative che coinvolgono start-up e spin-off oltre alle tradizionali forme di licensing.
Unipd ha registrato ad oggi 6 spinoff e 29 brevetti afferenti al settore delle biotecnologie, figurandosi come tra i migliori atenei a livello nazionale in termini di attività di trasferimento tecnologico. Uno in particolare, Altheia Science, ha raccolto oltre €18M per un round di finanziamento Series A.
District H-BIO Puglia Scrl
Il “Distretto H-BIO Puglia S.c.r.l.” è un distretto specializzato senza scopo di lucro della regione Puglia per lo sviluppo e l’innovazione dell’ecosistema regionale delle biotecnologie. In particolare, si concentra sull’area die prodotti per la cura e la riabilitazione:
- Sviluppo di farmaci inclusi la terapia genica o cellulare
- Ingegneria tissutale (medicina rigenerativa)
- Tecnologie
- Servizi per drug discovery e drug delivery.
Rientrano in questa area la messa a punto di: nuovi processi produttivi, nuovi enzimi per biotrasformazioni, biomateriali e biomembrane innovativi, metodologie innovative per il controllo di qualità di prodotti ottenuti mediante nuovi processi produttivi. Inoltre, il settore prevede il coinvolgimento di competenze farmaceutiche di base al fine di consentire il trasferimento e lo scambio di expertises tra procedure per lo sviluppo di farmaci o diagnostici tradizionali e biotech.
Per il raggiungimento dell’obiettivo la Società svolge molteplici iniziative per favorire la nascita, l’insediamento e lo sviluppo sul territorio della regione di imprese innovative e porre in essere iniziative mirate:
- al rafforzamento e alla sinergia delle attività di ricerca e sviluppo dei soci consorziati e dell’area del distretto tecnologico;
- al richiamo, nell’area regionale del distretto tecnologico, di nuove strutture di ricerca e sviluppo di imprese nazionali e internazionali;
- all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali, afferenti al settore avanzato oggetto del distretto tecnologico;
- alla formazione/alta formazione;
- a creare le condizioni per il rientro di ricercatori dall’Estero
Università degli Studi di Trento
L’Università degli Studi di Trento (UniTrento) è un Ateneo italiano di medie
dimensioni ai primi posti nelle classifiche nazionali e ben posizionato in quelle
internazionali. Fin dalla sua fondazione nel 1962, l’Università di Trento si è
caratterizzata per essere un Ateneo orientato alla ricerca e riconosce infatti
l’importanza di promuovere la libera ricerca basata sulla conoscenza e la sostiene
garantendo ai ricercatori risorse e servizi di supporto. UniTrento conta più di 16.000
studenti, circa 600 professori e ricercatori e altrettanto personale tecnicoamministrativo,
dimostrando che l’Ateneo può offrire un ambiente ideale per lo
studio e la ricerca.
L’Università di Trento investe sempre più sulla creazione di conoscenza innovativa
e sull’impatto sociale, promuovendo attività di valorizzazione e politiche di
coinvolgimento pubblico, posizionando così UniTrento tra i riferimenti nazionali e
internazionali per l’innovazione e il rapporto sinergico tra ricerca e imprenditorialità.
UniTrento sostiene attivamente la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta in
Ateneo e negli anni ha dato vita a 48 brevetti, di cui 21 in ambito biotecnolgico/
medico e 25 startup accademiche.
Le attività di trasferimento della conoscenza, promosse dall’Università attraverso
la Divisione Valorizzazione e Impatto della Ricerca, sono anche supportate dalla
Fondazione Hub Innovazione Trentino (HIT), un ente strumentale della Provincia
autonoma di Trento e un organismo di ricerca e di diffusione della conoscenza.
Attraverso la valorizzazione sostenibile dell’innovazione e dei risultati della ricerca,
HIT supporta lo sviluppo e la crescita del territorio, favorendo la sintesi tra
l’eccellenza della ricerca scientifica e tecnologica dei suoi fondatori (Università di
Trento, Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach, Trentino Sviluppo)
e le opportunità e le richieste di innovazione del mercato.